E’ stato diffuso dalla World Animal Protection un report dove viene messa a confronto la condizione della tutela animale in 50 Paesi del mondo, prendendo in considerazione una serie di parametri di valutazione, tra queste l’interpretazione e l’applicazione delle normative.
La World Animal Protection (WAP) è un’associazione no profit che da più di 40 anni si occupa di protezione animale.
Nel report al posto dei voti numerici sono state usate le lettere, dalla A fino alla G.
Il voto migliore assegnato è stato la lettera B e ad aggiudicarselo sono stati Austria, Danimarca, Regno Unito, Nuova Zelanda, Svezia e Svizzera.
Anche se il nostro Paese risulta particolarmente virtuoso su certe tematiche è riuscito ad aggiudicarsi solo una C, insieme a Polonia, Spagna, Germania, India e Malesia.
10 sono gli indicatori che sono stati presi in considerazione per formulare il report, e sono stati radunati in 4 obiettivi che riguardano le tematiche più importanti:
– presenza di una legislazione adeguata
– rispetto degli standard internazionali di welfare
– istituzione di risorse e di appositi organi di governo
– rispetto degli standard internazionali di welfare
Ora prendiamo come esempio il parametro sulla sperimentazione scientifica e vediamo cosa emerge.
I Paesi Europei sono riusciti ad ottenere una A nel parametro riguardante la tutela degli animali utilizzati nella ricerca scientifica, questo perché da 2013, grazie alla direttiva 2010/63/UE, non possono essere effettuati i test cosmetici sugli animali e l’utilizzo di cavie nella ricerca scientifica seguono una rigida regolamentazione. Gli animalisti vorrebbero norme ancora più stringenti, anche se c’è da tenere conto che nel resto del mondo la situazione per gli animali è peggiore.
Basti pensare che gli Stati Uniti hanno ottenuto solo una C in questo campo, infatti una delle normative di riferimento prese in considerazione dall’API, chiamata Animal Welfare Act, non inserisce i ratti e i topi dal suo ambito di applicazione, nonostante siano tra gli animali di cui la ricerca si avvale in maggior misura.
Il Canada addirittura ha preso solo una E, visto che le istituzioni canadesi che praticano esperimenti sugli animali possono scegliere di non aderire al Canadian Council on Animal Care (CCAC), l’organismo autonomo e indipendente fondato per supervisionare l’uso etico degli animali nella scienza.